Prays oleae Bernard, 1788 (Tignola dell’Olivo): ciclo
Ciclo
Questa piccola (10/12 mm di apertura alare) cinerea farfallina è un dannoso fitofago dell’olivo secondo solo alla mosca (Bactrocera oleae). Il bruco è di colore nocciola-verdognolo, con delle fasce più scure centrali e due rosee laterali. La tignola è diffusa solo nel bacino del Mediterraneo ed è polifaga (Ligustro, Fillirea, Gelsomino).
In rapporto all’olivo compie 3 generazioni per anno etologicamente distinte: l’antofaga, la carpofaga e la fillofaga.
Dalla larva minatrice e svernante originano gli adulti della prima generazione in aprile/maggio. Questi, crepuscolari, volano sulle mignole in fase di distensione, dove ogni femmina depone 150-200 uova incollate una per boccio.
La larva schiude dopo pochi giorni e penetra nel fiorellino, svuotandolo di tutti i suoi organi. Altri boccioli contigui vengono consumati anche dall’esterno a seconda delle dimensioni raggiunte dal bruco. Come quasi tutti i lepidotteri, il bruco secerne continuamente un filo di seta, legando insieme boccioli, sepali, petali, residui e cacherelli. Ogni larva consuma 15-20 boccioli. Il bruco, maturo per la metamorfosi, tesse un bozzolo al riparo della mignola distrutta o sulla pagina inferiore delle foglie, dove si incrisalida.
Gli adulti della seconda generazione, che sfarfallano a fine maggio inizi di giugno, trovano le olive in fase di accrescimento e ovidepongono alla base del calice se il diametro dell’oliva supera i 2,5 mm. La larva rode il corion nel punto in cui aderisce al calice e penetra direttamente nella polpa. Il bruco scava la propria galleria lungo i fasci cribro-vascolari, che sono in prosecuzione al peduncolo, e raggiunge la mandorla. Qui la larvetta resta quiescente in attesa che i cotiledoni divengano cerosi. Quando la mandorla ha preso consistenza, e non prima, la larva la consuma completamente. Nel caso vi siano due o più bruchi per drupa, ne sopravvive solo uno per cannibalismo. A settembre i bruchi, pronti per la metamorfosi, abbandonano l’oliva seguendo a ritroso la via di penetrazione, ma il bruco ora è grande e trancia i fasci cribro-vascolari del picciolo indebolendolo. Così le olive cadono al primo scossone specialmente se si tratta di varietà a drupa grossa, altrimenti è il bruco a lasciarsi andare per incrisalidarsi in ripari.
Gli adulti della terza generazione, autunnali, depongono le uova isolatamente sulla pagina inferiore delle foglie e generano bruchi fillominatori.
Estratto dalle lezioni del Prof. Francesco Porcelli (DiSSPA Università degli Studi di Bari Aldo Moro). A cura di KiRoSt S.r.l.s.