Olivicoltura e Ambiente
Il territorio salentino è caratterizzato da una presenza diffusa di oliveti secolari con esemplari di grande mole e di particolare valenza paesaggistica. Gli alti costi connessi alla loro conduzione e la bassa produttività hanno messo in pericolo il mantenimento di questi oliveti, spesso sradicati e trapiantati in altri territori, determinando un impoverimento complessivo del territorio.
Gli oliveti secolari oltre a modellare il paesaggio rurale di estese aree salentine, svolgono anche un importante ruolo nella difesa della biodiversità. Le cavità dei loro tronchi spesso infatti sonno delle vere e proprie nicchie ecologiche per molte specie vegetali e della fauna vertebrata e invertebrata. L’uliveto secolare costituisce in definitiva un agro-ecosistema ad alta naturalità e la sua difesa e tutela rappresenta un obiettivo importante di conservazione della biodiversità.
In alcune zone del territorio salentino la coltura, nel corso dei secoli, ha interessato superfici acclivi, sistemate con suggestivi terrazzamenti. Il mantenimento della coltura in tali situazioni significa anche tutelare dall’erosione del suolo e dal dissesto idrogeologico territori particolarmente fragili.
Attraverso gli interventi programmati sarà possibile evitare il rischio di degrado del territorio dal punto di vista paesaggistico e culturale ponendo le condizioni per la salvaguardia e la valorizzazione di un ingente patrimonio mediante appropriate azioni di tutela e di recupero alla loro funzione ambientale ed economica.
Molteplici sono gli impatti negativi sull’ambiente causati dal’intensificazione produttiva.
La natura e la biodiversità sono fortemente minacciate da modelli di olivicoltura intensiva che hanno un forte impatto sull’ambiente: la forte specializzazione e le esigenze di meccanizzazione determinano un aumento delle dimensioni degli appezzamenti, la rimozione della vegetazione naturale e degli elementi separatori (fossi, siepi, muretti, alberi). Questa omologazione del territorio comporta la scomparsa di habitat naturali e semi-naturali con conseguente perdita di biodiversità sia animale che vegetale. La fertilizzazione e l’applicazione di fitofarmaci di sintesi sono pratiche agricole a forte impatto ambientale con forti conseguenze negative sulla componente atmosferica, idrica (inquinamento delle falde) ed edafica (concentrazione di metalli pesanti nel suolo).
Le pratiche agricole hanno impatti sia sull’aria sia sul suolo determinando un aumento dei suoli aridi, una maggiore erosione del suolo, l’inquinamento delle falde acquifere e l’estinzione di alcune specie animali con evidenti ripercussioni sugli habitat naturali. Di fronte a queste problematiche e alla luce delle nuove politiche comunitarie, nazionali e regionali, APROL Lecce ritiene essenziale attivare una serie di servizi con l’obiettivo di sostenere la propria associativa verso una nuova concezione dell’olivicoltura quale elemento di sostenibilità ambientale.
Mediante l’incentivazione e la diffusione di sistemi di produzione compatibili con l’ambiente si intende quindi limitare la perdita di biodiversità, ridurre i rischi di erosione e di degrado del suolo, l’inquinamento delle acque sotterranee.